Proprio così, il rock’n roll ci ha fatto impazzire sabato sera grazie all’inconfondibile suono dei Kasabian che in un vortice di luci fucsia e di chitarre miscelate con synth ed elettronica hanno dato vita a uno show di grande impatto, travolgendo un Forum gremito anche se non tutto esaurito.
Dopo l’apertura dei Pulled Apart By Horses (e già il nome è tutto in programma) che hanno scaldato il pubblico con una mezzoretta di hard rock rabbioso ma un po’ piatto, alle 21.30 sono saliti sul palco i dioscuri Sergio Pizzorno e Tom Meighan, accompagnati da una discreta folla di membri ufficiali (Chris Edwards al basso e Ian Matthews alla batteria), turnisti e, per non farci mancare nulla, anche uno splendido quartetto d’archi al femminile con l’ormai tradizionale divisa da scheletro di cui anche Sergio indossa i pantaloni.
Ed è proprio Sergio, l’uomo al mondo con più peli attorno al volto tra capelli e barba, il più acclamato dalla folla milanese cui risponde con sorrisi, qualche frase stentata nella lingua dei padri e un’eloquente maglietta con scritto figata. D’altra parte il buon Sergio, pur faticando non poco con l’italiano, è orgoglioso delle sue radici, tifa Genoa come lo zio Gianni e ha chiamato i suoi figli Ennio e Lucio.
Il set inizia come il nuovo album 48:13 e dopo l’introduzione strumentale di Shiva, è l’ecstasy di Bumblebeee a scuotere per prima il pubblico, seguita subito da un tuffo nel passato con la trascinante Shoot The Runner che dà il via al primo (e purtroppo per gli astanti non ultimo) pogo sotto palco. Underdog e Where Did All The Love Go?, tratte dal terzo album West Ryder Pauper Lunatic Asylum, avvicinano pian piano ai giorni nostri e i fan più recenti possono finalmente esplodere cantando e ballando il ritornello di Days Are Forgotten, dal fortunatissimo Velociraptor!
Il concerto è rock, psichedelia e divertimento allo stato puro: al di là della grande scritta 48:13 che campeggia dietro al palco e al gioco di luci sempre in tema con i colori dell’ultimo album, non ci sono grandi messe in scena, schermi o videowall. Lo spettacolo lo fanno Sergio e Tom che si contendono simpaticamente la scena (un po’ come i fratelli Gallagher ma senza astio). Sergio salta e suona, balla agitando la finta coda applicata ai pantaloni (d’altronde Halloween è appena passato) ma soprattutto canta molto bene quando tocca a lui. Mentre Tom, con quell’aria un po’ mod nel suo completo stiloso con abito e cravatta e occhiali scuri, sfodera una gran padronanza vocale e gigioneggia col pubblico da bravo istrione, non avendo altre armi oltre a voce e presenza.
A regnare è un’atmosfera di divertimento al limite del disimpegno, grazie anche ai testi dissacranti e a tratti scanzonati della band di Leicester, come quello della travolgente Eez-eh che fa rimbalzare il Forum al tempo dei 120 bpm del pezzo, con Sergio che lascia le chitarre protagoniste della precedente Clouds per dividersi tra synth e omnichord.
La meravigliosa Man Of Simple Pleasures concede un po’ di tregua alla platea col suo sound più leggero a metà tra Oasis e Gorillaz, subito seguita dal nuovissimo singolo Bow che riporta in alto il livello di adrenalina. Tocca poi a Sergio, sempre un po’ impacciato con la nostra lingua, leggere un bigliettino di auguri in italiano per la moglie Amy che compie gli anni; invita il pubblico ad intonarle una “Buon compleanno a te” che fa a pugni con la metrica ma che Amy avrà apprezzato come la Neon Noon che il marito le dedica.
Con Club Foot, prima vera hit della band, si torna alle origini del primo album che prepara all’elettrizzante finale con Re-Wired e Switchblade Smiles, ancora da Velociraptor!, intervallate dalla nuova Treat, per la quale Tom invita il pubblico a improvvisare un’introduzione a cappella. Le travolgenti Empire e
Fire chiudono il set ufficiale, con il divertente e gustoso intermezzo della cover di Ghostbusters, un simpatico omaggio alla giornata di Halloween.
I bis si aprono con Stevie, il terzo singolo estratto da 48:13, e dopo la divertente Vlad The Impaler è il turno dell’attesissima Goodbye Kiss, la prima e unica ballad del concerto, che concede un po’ di tregua a ballerini e pogatori incalliti che invece organizzano una coreografia di mani e voci e si lasciano trasportare dall’atmosfera sognante del brano. Privata del caratteristico giro di pianoforte, il pezzo è invece sostenuto dalla chitarra di Sergio con il contrappunto preciso del quartetto d’archi. Tutto molto bello.
Ma lo show non può finire senza la storica L.S.F. (Lost Souls Forever) che infatti arriva puntuale e improvvisa a chiudere il set dopo un’intro interamente formata da una buona porzione di Praise You di Fatboy Slim.
A luci accese, infine, per rispondere all’entusiasmo del pubblico che ancora applaude e canta, Tom improvvisa un verso di All you need is love che la gente gli ricanta in faccia, e alla fine del ritornello è veramente ora di lasciare il Forum. GoodNIGHT Kiss.