MATTIA E BAR MAT

barmatlogoCosa spinge una persona a mettere in piedi un blog nell’anno 2014, alla informaticamente veneranda età di 40 anni? Il bisogno di esternare, sicuramente. E la mia conclamata grafomania non può certo accontentarsi dei 140 caratteri di Twitter, mentre i miei post oceanici su Facebook hanno spesso causato le rimostranze dei miei amici che hanno visto la mia bacheca inondata da parole in libertà, al posto di selfie, video, canzoni, “CONDIVIDETE TUTTI!”, e tutte le solite cose che si vedono sui social network.

Il bisogno di confrontarsi, anche. Troppe volte davanti a certi avvenimenti (ma soprattutto davanti a certi commenti) mi sento quasi in dovere di condividere le mie opinioni sui fatti di attualità, opinioni che raramente si sposano con quelle comuni e che quindi potrebbero stimolare dibattiti di un certo interesse. Qualcuno mi ha detto che una delle mie qualità è che non mi fermo alla superficie delle cose, ma cerco sempre di approfondire e andare oltre quello che viene comunemente definito come “immaginario collettivo”. Ecco, un’altra cosa che non sopporto sono i luoghi comuni, le frasi fatte, le semplificazioni giornalistiche. Nel mio piccolo, cercherò di combattere questo diffuso malcostume per difendere la lingua italiana e il suo utilizzo consapevole.

Tutto, tuttavia, con grande leggerezza, perché i temi trattati sono quelli, appunto da tavolino del bar: innanzitutto sport, per esempio (calcio su tutti, ma anche tennis, sci, Formula 1, basket, volley e tanti altri all’occorrenza), tantissima musica, cinema, libri, viaggi (posti, luoghi, città, locali). Non amo parlare di TV, a meno che non si tratti di trasmissioni dedicate agli argomenti sopracitati, mentre qualche incursione nel dibattito politico, ahimé, ci sarà. Con lo sguardo distaccato e disincantato di chi in passato ha fatto politica attiva ma che oggi davanti alla classica domanda “Da che parte stai?” risponderebbe serenamente “Non lo so”.

Ci sono, ovviamente, i miei pallini, solo per citarne alcuni in ordine sparso: il Parma, il Barcellona (e Barcellona) e il Liverpool; i San Antonio Spurs e la Virtus Bologna; Mattia Destro e Alessandro Florenzi, Robert Lewandowski e Andrés Iniesta; Rafa Nadal e Camila Giorgi; Marco Belinelli e Danilo Gallinari; Steph Curry e Kawhi Leonard; Sebastian Vettel e Ayrton Senna, Pep Guardiola, Jürgen Klopp e Zdenek Zeman; Tina Maze e Anna Fenninger; Kevin Spacey e Ben Affleck; Anne Hathaway e Kate Husdon; Alfred Hitchcock e Stanley Kubrick, Quentin Tarantino, Brian De Palma e Cameron Crowe; Pupi Avati e Paolo Virzì; Carlo Verdone e Francesco Nuti; Nick Hornby e Michael Connelly, Niccolò Ammaniti, Marco Malvaldi e Giuseppe Culicchia, Alessandro Baricco e Gianrico Carofiglio; Vincent Van Gogh, Claude Monet ed Andy Warhol; la Val Gardena e la Puglia; Londra e Parigi; l’Australia, la Spagna e il Canada; gli U2, i R.E.M., i Muse e i Coldplay; la deep house e il trip-hop; Mark Knopfler e Bruce Springsteen; il blues e il country; Ligabue e Cesare Cremonini; i cantautori italiani e le belle voci femminili; i Velvet e i Negrita; il rock’n roll e l’indie-pop; Erica Mou, i Landlord e Violetta Zironi.

E poi ci sono la Paulaner, la caipirinha fatta bene, il Long Island Ice Tea, il gin tonic col Bombay. Perché Bar Mat, oltre ad essere il nome del locale che vi ospita, è anche il tappetino su cui vi shakero i vostri drink e, da appassionato barman, avrò cura che il vostro cocktail sia quello giusto: deciso, equilibrato, rinfrescante.