A X Factor è stata la serata del trionfo di Mika e della sconfitta, con immancabile polemica, di Morgan che per la seconda volta si è ritrovato due gruppi al ballottaggio e ha dovuto quindi perdere gli Spritz For Five e ha così deciso di lasciare (definitivamente?) il programma, con una mossa ampiamente prevedibile e infatti anticipata dal pubblico in rete. Giusto due parole su Morgan, per poi passare alle esibizioni che sono ciò che più mi interessa: questa volta l’istrionico giudice ha in gran parte ragione nel merito, ma non ne ha affatto nel metodo. Ha ragione in generale quando parla di una diffusa mancanza di qualità e di cultura musicale sia nelle assegnazioni degli altri giudici (con apprezzabilissime eccezioni, sia chiaro), sia nei giudizi del pubblico in studio come a casa che tende a privilegiare le cose più pop e semplici. Ha poi ragione nel particolare perché posto che gli Spritz For Five hanno strameritato il ballottaggio e l’eliminazione, nella seconda manche invece diversi concorrenti, a cominciare da Riccardo, avrebbero meritato l’ultimo posto ben più dei Komminuet che hanno offerto una buona performance.
Non ha invece affatto ragione nel metodo perché il gioco è questo e lo conosce bene, deve giocare con queste regole e non può andare casa con il pallone solo perché gli fischiano un rigore contro; ma soprattutto deve fare mea culpa perché, come ho già avuto modo di scrivere, non si è ancora reso conto che il suo apprezzabile intento di utilizzare X Factor per fare divulgazione musicale è diventato in realtà un inutile citarsi addosso e una stucchevole celebrazione del proprio ego con effetti drammatici sui suoi concorrenti, peraltro mal selezionati fin dai boot camp e in alcuni casi non meritevoli di quel palco fin dall’inizio.
Ancora una volta, poi, la scelta della puntata a tema lascia non poco perplessi: gli stessi messaggi arrivati durante la settimana sono stati contradditori, si è parlato di canzoni censurate, di canzoni scomode, di tolleranza, di canzoni contro razzismo, bullismo, violenza, contro l’odio per il diverso. Alla fine ci è finito dentro un po’ di tutto con non poche giustificazioni da arrampicatori di specchi. Giustissime le intenzioni, quindi, ma tema rimasto un po’ vago e generico e svolgimento tutto da rivedere.
Venendo finalmente alla gara, la serata ha visto la vittoria in termini numerici di Fedez, che conferma i suoi quattro concorrenti, ma soprattutto il trionfo in termini qualitativi di Mika e dei suoi Emma e Mario che hanno regalato due esibizioni impeccabili.
Mario
Sugarman – Sixto Rodriguez
Proprio il nostro amico sardo ha aperto la serata ed è esattamente questo il Mario che ci piace! Molto bene Mika nel selezionare un brano decisamente cucitogli addosso come il vestito buono della domenica, ma Mario ci mette tanto di quello che si porta da casa nella sua interpretazione: chitarra a tracolla, attitudine da folk singer, voce scura e graffiante, grande sicurezza. Bravissimo.
Voto: 9
Madh
Same Love – Macklemore & Ryan Lewis feat. Mary Lambert
Se a una cosa serve X Factor, al di là di chi vince, di chi avrà una carriera discografica, di chi tornerà a cantare nella cameretta, è a far crescere vocalmente e artisticamente i ragazzi che partecipano. E in quest’ottica la crescita del secondo sardo è ormai costante da tre puntate e non può più essere un caso, impossibile non notarla, soprattutto rispetto agli insopportabili ghirigori delle audizioni. Molto bravo nel rap in inglese, chiaro e ben pronunciato, forse un po’ più debole di altre volte sul cantato, ma comunque molto positivo e le incertezze e imprecisioni della prima puntata sono ormai dimenticate.
Voto: 7,5
Spritz For Five
Il gioco del cavallo a dondolo – Roberto De Simone
Ho vittoriosamente portato a termine la mia personale campagna contro gli Spritz For Five e nonostante le loro lamentele non è stato certo il loro giudice a eliminarli ma le loro stesse voci. Qua poco si può dire a Morgan perché l’operazione aveva un tiro altissimo ed era stata ben congegnata, molto bella l’idea e ottima la messa in scena, ma la performance è stata clamorosamente debole. Quasi nessuno in tono, voci non interessanti, la dimostrazione che presi come singoli cantanti non avrebbero passato neanche le audizioni. Torno a ripetermi: loro pretendevano di cantare tutto a cappella senza basi, ma questo non è The Sing-Off e il regolamento è un altro. Giustamente eliminati dopo anche troppe puntate.
Voto: 4,5
Vivian
Like A Prayer – Madonna
Premesso che la versione swing di Like A Prayer proprio non la volevo sentire e che la presunta scomodità del pezzo è tutta nel video e non certo nella canzone, restando alla prova di Vivian bisogna dire che si mantiene finalmente un po’ più intonata e precisa, ma la sua interpretazione è però piatta, priva di guizzi e per nulla swing per dirla ancora una volta con Morgan. E a volerla dire tutta, la parte rap tirata per i capelli non c’entrava proprio nulla. Salvata dalla pochezza degli Spritz For Five.
Voto: 5,5
Lorenzo
Un blasfemo – Fabrizio De André
A prescindere dagli insopportabili pippotti politico-moralistici di Fedez che ricordano sempre più sinistramente quelli di Santoro e che avrebbero infastidito non poco lo stesso Faber, il nostro Larry Strawberry ha fatto un super lavoro con un brano difficilissimo per tematica, ma soprattutto per la firma. Sono dell’idea che non esistano artisti o brani intoccabili, tutto dipende dall’approccio con il quale ci si avvicina e Lorenzo ha dimostrato di essere uno dei pochi che può cantare De André in Italia, riuscendo tra l’altro a fare emergere la sua personalità. Un’incollatura sotto ai due over per qualche inusuale imprecisione.
Voto: 8,5
Riccardo
Perfect Day – Lou Reed
Tralasciamo il fatto che questa volta il pippone / supercazzola di Fedez non è comunque riuscito a spiegare quando, come e perché questo brano sia mai stato scomodo o censurato, quello che resta della performance di Riccardo è… assolutamente nulla! Questo è il tipico approccio da non tenere verso un brano di Lou Reed e verso questo brano in particolare. Il solito vocione buttato via in un’interpretazione terrificante, senza alcun senso. Ok, è intonato e preciso, sarà ottimo per il piano bar, ma non per essere la prossima pop star. Inspiegabilmente salvato.
Voto: 4,5
Komminuet
Je T’Aime (Moi Non Plus) – Serge Gainsbourg e Jane Birkin
Rotto il ghiaccio dei difficili esordi, sembra che la crisalide Komminuet possa ormai spiccare il volo. Stavolta Morgan si diverte a provocarli e li obbliga a giocare con sensualità ed erotismo, proprio loro: la coppia non coppia. La messa in scena riesce a metà perché i due sono evidentemente un po’ impacciati, ma l’interpretazione è molto buona, originale ed equilibrata. Ancora una voglia però meglio Pietro che è entrato alla grande nel mood del brano con un approccio molto cool alla Huey Morgan (e torniamo sempre lì) dei Fun Lovin’ Criminals, mentre Francesca è rimasta a tratti un po’ troppo dreamgirl, ma nel complesso molto positivi. Difficile capacitarsi di cosa abbia sentito il pubblico a casa, fortunatamente rinsavito al ballottaggio.
Voto: 7,5
Ilaria
I’m On Fire – Bruce Springsteen
Per la serie Victoria mi vuole bene, alla piccola Ilaria tocca niente meno che un capolavoro di Bruce Springsteen, che ovviamente non c’entra nulla con censure, tolleranza o altri temi della serata, ma tant’è. Una prova complicata ai limiti dell’impossibile ma lei la canta bene e alla fine ne esce indenne, anche se ovviamente i puristi avranno storto il naso perché del Boss non era rimasto più nulla. Più che altro, mezzo voto in meno perché toppa clamorosamente un paio di parole e soprattutto perché anche una giovanissima di 16 anni, in particolare se vuole fare la musicista, non può non conoscere questo pezzo e in generale almeno due o tre album di Springsteen.
Voto: 6,5
Emma
Strange Fruit – Billie Holiday
Stavolta anche per lei era una bella sfida: non solo le è toccato misurarsi con la sua maestra e modello, ma per di più con un pezzo di altissima difficoltà vocale e di enorme impatto per la tematica scottante, questa sì, affrontata dal testo. Un rischio comunque ben calcolato da Mika perché il talento di Emma è cristallino ed esce dal confronto con Lady Day a testa altissima. Interpretando il brano con la solita grande classe, eleganza, rispetto e intensità, oltre alle ben note capacità vocali. Ipnotica.
Voto: 9
Leiner
Canzone per gli artisti – Freak Antoni e Punx Crew
Gli faccio recuperare volentieri un po’ della media del 6 persa la scorsa settimana: assegnazione per una volta al di fuori del solito schema del cantantino soul e R&B e il buon Leiner stupisce in positivo: più fresco, più frizzante, più sciolto e anche se risulta un po’ meno preciso del solito fa divertire. A mio parere resta privo di una voce emozionante, ma se la butta sull’ironia può risultare vincente. Fossi il suo giudice lo indirizzerei verso lo ska o altri generi in levare perché comunque ha una presenza scenica che glielo farebbero reggere.
Voto: 6,5