È passato quasi un anno dal concerto di Violetta del 9 maggio 2014 al Fuori Orario, il primo vero evento tutto suo dopo la partecipazione a X Factor, e non è certo passato invano. Questa è la sensazione che ha accompagnato il ritorno della ragazza con l’ukulele sul prestigioso palco del locale di Taneto dove ha regalato una decina di brani al pubblico numeroso e partecipe che attendeva il concerto dei Rio, forte di una nuova consapevolezza e di una proposta musicale dall’identità ben definita e delineata, radicata nel pop più elegante e d’autore. Violetta ha trascorso questi mesi suonando e cantando in giro per l’Italia nelle situazioni più diverse, ma soprattutto lavorando su sé stessa come cantante, come musicista e come autrice, respirando l’aria della contemporaneità per arrivare a definire un percorso artistico e una cifra stilistica personale, per portare a compimento l’indimenticata definizione-manifesto data di lei da Mika: “allo stesso tempo vintage e moderna”.
Sul palco del Fuori Orario, accompagnata da due giovani e talentuosi musicisti come Luca Marchi al basso e Maicol Morgotti alla batteria e alle percussioni, ha quindi portato ampi stralci di questo suo nuovo manifesto musicale, accantonando per una volta il repertorio blues, country e bluegrass, e scegliendo di offrire al pubblico i suoi nuovi riferimenti nella modernità e soprattutto i primi frutti della sua vena creativa. Rivelando così una maturità compositiva disarmante e sorprendente per una ragazza che compirà vent’anni solo tra due settimane, come ha dimostrato la vivace A te che dici che mi ami, già presentata in altre occasioni, ma che arricchita dalla sezione ritmica ha espresso tutta la sua freschezza e immediatezza, e tutta la leggerezza di un testo scanzonato (ma non banale) che parla della fine di una storia d’amore con l’ironia e la levità sdrammatizzante che si deve a una storia tra giovanissimi.
E soprattutto come ha dimostrato la meravigliosa Solo un giorno, il brano interamente scritto da Violetta che ha aperto il set con un coinvolgente groove di basso e conquistato definitivamente con la sua atmosfera rarefatta trascinata da una ritmica incalzante ma ammorbidita dal cross-stick, su cui la voce di Violetta ha disegnato un originalissimo tessuto melodico di grande raffinatezza. Una canzone che dice tanto della ricerca sonora compiuta in questi mesi da Violetta, già evidente anche in un set semi-acustico privo di orpelli elettronici e con strumentazione base: chitarra (o ukulele), basso e batteria. Una canzone che, insieme con la citata A te che dici che mi ami e con la bluesy Eppure mi va ascoltata in fase di preselezione a Sanremo, inizia a tratteggiare le caratteristiche del futuro attesissimo primo album di Violetta, innalzando la curiosità ai massimi livelli.
Il resto del set, come detto, si è concentrato sui riferimenti stilistici che Violetta ha assorbito e fatto propri negli ultimi mesi: Meghan Trainor è sicuramente uno di questi per il suo stile volutamente retró ben abbinato però a sonorità e linguaggi (anche a livello di testi) molto attuali. Abbiamo tutti adorato la versione di Title per voce e ukulele che Violetta ha condiviso di recente sui social network, al Fuori Orario ha invece regalato una travolgente All About That Bass che ha fatto muovere i piedi anche ai meno desiderosi di ballare. E a proposito di ritmica, va segnalato l’ingresso nel repertorio di Violetta di suoni caraibici come quelli del calypso della divertente Mama Look a Boo-Boo di Harry Belafonte, o quelli della barbadiana Rihanna di cui Violetta ha riletto alla sua maniera il singolo d’esordio Pon De Replay.
Sullo stesso solco si inserisce anche la versione reggaeggiante di Friday I’m In Love, già nata nel corso di X Factor con uno spiazzante ma riuscitissimo arrangiamento dal forte sapore giamaicano e unico brano del suo repertorio consolidato ad essere recuperato, probabilmente proprio perché perfettamente in linea con questo percorso di ricerca ritmica. A chiudere la scaletta l’immancabile Dimmi che non passa, cantata da tutto il pubblico e riportata a una versione invece molto simile a quella originale. Il risultato finale è un percorso sonoro di grande coerenza, che tratteggia uno stile unico e personale e un’identità musicale ormai formata, non più in potenza ma ormai nel pieno delle proprie possibilità. Il tutto arricchito come sempre dalla classe e dall’enorme talento di Violetta. Non resta che aspettare, speriamo non troppo a lungo, la prossima uscita discografica e tanti tanti altri live come questo.