La semifinale di X Factor ha condensato nel breve volgere di un paio d’ore tutte le sorprese che invece erano mancate nei due live precedenti. E purtroppo, sempre dal mio personalissimo punto di vista, il saldo tra le sorprese positive e quelle negative dà un totale che fa pendere la bilancia decisamente dalla parte sbagliata.
Sul piatto buono c’è Mario, giunto inaspettatamente al palco del Forum contro ogni previsione, compresa la mia. Forse Mario non è tra i migliori quattro, non lo è certamente per potenzialità discografiche al di fuori della competizione, però io sono strafelice del suo approdo in finale. Mario è la rivincita della musica viscerale, sanguigna, sincera e priva del gloss da rivista patinata che sembra rivestire altri concorrenti: solo voce e chitarra e qualcosa da dire, per citare Bob Dylan (e a questo proposito la produzione della sua All’orizzonte non gli ha certo reso un gran servizio).
A me Mario ricorda il giovane Springsteen, non posso non amarlo. E sono felice che abbia dimostrato che il pubblico della musica (e anche dei talent show, per lo meno di questo) non sia composto esclusivamente da teenager in tumulto ormonale, che pure restano la maggioranza visti gli esiti del televoto. Poi ci sta tutto: che è classico, che fuori dallo stile cantautorale fa fatica, che non è un innovatore, che non ha il fisico da popstar… ma onestamente, nella storia della musica italiana c’entra più lui o Madh?
Sulla parte sbagliata del piatto c’è però Emma. E qui la sorpresa si moltiplica all’ennesima potenza, non solo perché tutti i bookmaker ormai la davano come la grande favorita per la vittoria finale, ma soprattutto perché esce dopo aver portato sul palco il più bello tra i brani originali della semifinale, dopo averlo cantato alla grandissima e dopo aver regalato un’altra perla nella seconda manche con la sua magnifica interpretazione di Love Is A Losing Game.
Difficile capire cosa possa essere successo al televoto; forse le ragazzine, una volta perso Leiner, hanno massimizzato i voti su Lorenzo e Madh facendoli volare, mentre Mario (come Lorenzo) ha beneficiato del fatto che il suo “inedito” non fosse inedito. Molto chiaro, invece, quello che è successo tra i giudici dopo l’ultimo scontro, quando le beghe da asilo e le strategie hanno purtroppo prevalso sul mero giudizio sul talento. Fedez voleva Emma fuori e ha ottenuto il suo scopo, riuscendo perfino a far credere che la colpa fosse di Morgan, il quale dal suo canto era così ostentatamente disinteressato alla vicenda che non si è nemmeno accorto di essere stato usato dal suo rivale. Spiace che queste cose, oltre a minare la credibilità di un talent show che finora si era elevato per qualità rispetto ad altri programmi, avvengano sulla pelle dei ragazzi in gara, che andrebbero valutati a prescindere dalla squadra di appartenenza.
Un capitolo a parte su Mika. Per il secondo anno consecutivo viene regolarmente boicottato dagli altri giudici perché ritenuto “troppo popolare” e quindi in grado di trasferire il suo seguito sui suoi concorrenti; per il secondo anno consecutivo ha in gara il talento migliore (ieri Violetta, oggi Emma) al quale al termine di uno splendido percorso artistico viene negata una meritatissima vittoria (ad Emma addirittura la finale). Nonostante ciò non perde mai il suo aplomb e accoglie con misura e serenità l’eliminazione, trasmettendo la sua calma anche alla stessa Emma che conferma la sua classe e il suo stile anche nel momento doloroso dei saluti. Invece che accusare strategie e congiure (e mai come in questo caso le accuse sarebbero state fondate), Mika si interroga sui suoi eventuali errori e preferisce sottolineare nuovamente il talento della sua Emma augurandole un brillante futuro nonostante il quinto posto. Châpeau.
Madh
Sayonara
Flyover – Asian Dub Foundation
Ok, è il suo mondo, coerente con il suo percorso, dal quale non si è mai spostato di un millimetro. Madh è questo, prendere o lasciare: si capisce perfettamente quali sono le atmosfere, i suoni, le ambientazioni in cui vuole e sa esibirsi. E in questo è sicuramente bravo. Resterà invece per sempre il dubbio se non siano anche le uniche cose in cui sia in grado di esibirsi, e soprattutto resta il grande interrogativo su quanto questo mondo sia coerente con la musica italiana. Personalmente è uno stile che non mi appassiona, ma obiettivamente va detto che il prodotto è ben confezionato e ben proposto, prova ne sia il suo inedito che ha una confezione stilosa (fin troppo) anche se poi il contenuto lascia un po’ a desiderare. Affiancandolo al brano della seconda manche, e in ultima analisi a tutti i brani cantati fin qua, sembra di sentire sempre lo stesso pezzo. A gioco lungo, funzionerà?
Voto: 7
Mario
All’orizzonte
Hey Ya – Outkast
Mario ripropone il brano con cui si era fatto conoscere alle audizioni (e ci sarebbe da discutere sull’opportunità di portare come inedito un pezzo già eseguito, seppure parzialmente, in pubblico) e lo canta bello carico, dando l’impressione di essere dentro alla canzone come non gli era mai capitato finora, e come capita solo ai cantautori quando riescono a fare sincera introspezione. Purtroppo la produzione è un po’ troppo pop e vira pericolosamente sul melodico da classifica, ma per fortuna rimane una patina non troppo invasiva che non azzera lo spirito folk del piccolo sardo. Nella seconda manche è simpatico l’omaggio di Mika alla terra di Mario (Hey Ya diventa facilmente Eia!), anche se l’arrangiamento è riuscito solo in parte: ho trovato ben riuscito il contrasto tra la prima parte lenta e grigia e la seconda più ballabile e colorata me per Mario il pezzo è rimasto un po’ distante dalla sua personalità.
Voto: 7,5
Ilaria
My Name
Nothing Compares 2 U – The Family / Sinead O’Connor
Per il suo pezzo Ilaria attinge a pieni mani ad Adele (segnatamente a Rumour Has It) e il risultato è una canzone che suona già sentita, poco originale e poco efficace. Con tutto il rispetto che si deve a una ragazza di 16 anni (e che ha scritto la canzone un anno fa), la poca maturità nella scrittura si nota tutta, a cominciare da gran parti del testo fuori metrica. Il brano è iperprodotto, cosa di cui diffido sempre, e sembra fatto apposta per nascondere, invece che esaltare, le indubbie qualità vocali della ragazza. Nella seconda manche canta molto bene (forse con qualche imprecisione inconsueta) un brano che non mi è mai piaciuto e che quindi faccio fatica ad apprezzare, ma questo non può inficiare la sua buona performance. Tutto sommato nemmeno lei meritava il ballottaggio, anche se resto convinto che per le solite ballatone strappalacrime che le assegna Victoria, Ilaria sia un po’ sprecata.
Voto: 7
Leiner
Tutto quello che ci resta
Un tentativo mal riuscito di rifare un certo pop-soul sentito, risentito e strasentito, con un banalissimo testo in italiano che finisce con il fare, malamente, il verso a Tiziano Ferro. Brano senza alcuna identità se non quella, appunto, di ispirarsi a un genere da classifica di cui si è ampiamente abusato. Per di più lo canta malissimo. Inevitabilmente a casa.
Voto: 5
Emma
Daddy Blues
Love Is A Losing Game – Amy Winehouse
Gli aggettivi per Emma sono finiti, i sostantivi anche. Ce ne sarebbe invece tanti altri per i televotanti e per i giudici. Anni luce più avanti di tutti gli altri, regala un brano proprio di incredibile forza nel testo e dalle atmosfere jazz e blues elegantissime e bissa interpretando Amy Winehouse meglio dell’originale, dall’alto della sua classe cristallina. Troppo brava e sofisticata per un pubblico abituato solo alle hit radiofoniche che durano al massimo tre mesi. Se ne va da signora, se ne va da regina.
Voto: 10
Lorenzo
The Reason Why
A-Punk – Vampire Weekend
Anche Lorenzo beneficia di un inedito… edito che può contare su tre milioni di visualizzazioni su You Tube. Pur confermando la bellissima impressione che la sua The Reason Why aveva suscitato alle audizioni, non basta rimettere la felpa blu per ricreare quella magica atmosfera che gli si era creata intorno, quando con gli occhi lucidi per l’emozione e la voce quasi incrinata ci aveva regalato questa piccola perla con solo voce e chitarra. Il buon Fragola ha già perso un bel po’ della sua fragilità e ingenuità e anche in questo caso la terrificante produzione del pezzo lo banalizza come una delle tante hit dei giovincelli in giro di questi tempi. Ciò tuttavia non può far dimenticare la sua capacità di scrittura e le sue doti interpretative, ma anche per Lorenzo, come per Mario, in futuro più chitarre e meno produzione. Chitarre acustiche, magari, perché è molto più credibile con una chitarra acustica che con una Fender, come nella seconda manche: Fedez gli assegna un brano assurdo e lontanissimo dalle sue corde e a lui tocca fare del suo meglio su un pezzo piatto e banale. Il suo disagio è palpabile, e non è tanto questione di leggerezza, perché si può essere leggeri anche con brani migliori di questo. Ma non è certo colpa di Lorenzo.
Voto: 8,5