Francesca Michielin, voce incantevole e talento purissimo

Francesca Michielin sul palco del Campus (foto Gazzetta di Parma)

Francesca Michielin sul palco del Campus (foto Gazzetta di Parma)

Cosa dire di un concerto che si apre con le sequenze, gli effetti e i beat elettronici di Battito di ciglia e si chiude con l’inconfondibile riff di chitarra di Whole Lotta Love? La risposta è nelle parole di qualche settimana fa della stessa Francesca Michielin, all’atto della presentazione del di20are Tour che ha fatto tappa al Campus Music Industry di Parma lo scorso 22 ottobre: «Mi sta molto a cuore il concetto di tesi-antitesi-sintesi – ha spiegato la cantautrice di Bassano del Grappa – mentre quella del Nice To Meet You Tour è stata solo un’antitesi perché mi ha dato la possibilità di stravolgere completamente il mio repertorio, rendendolo più scarno, e alcuni brani ne sono usciti trasformati».

Il riferimento è al tour precedente, che vedeva Francesca protagonista di uno spettacolo intimo e minimale in cui si trovava da sola sul palco alternandosi tra chitarra, pianoforte, timpani e loop station, con il risultato di stravolgere significativamente diversi pezzi rivisitati necessariamente in chiave acustica. In questo nuovo show, Francesca è invece accompagnata da una vera band di quattro elementi (i giovanissimi Eugenio Cattini – chitarra, Luca Marchi – basso e Maicol Morgotti, batteria, ottimamente diretti dal “direttore musicale” e tastierista Luchi Ballarin) che regalano un suono ben più potente (non solo nella citata cover dei Led Zeppelin) e moderno, arricchito com’è dai drum pad, dalle sequenze e da una ampia gamma di effetti su strumenti e voce.

Ecco, se proprio vogliamo trovare qualcosa che non convince è proprio il secondo microfono effettato che Francesca alterna con quello “pulito”: non so se sia trattato di un problema tecnico o della posizione in cui mi trovavo ma degli effetti si sentiva veramente poco, se non nulla. Ma a prescindere da questo, l’ambizioso piano della Michielin di mettere insieme tutte le sue anime, i suoi riferimenti musicali anche quando sembrano essere in palese contraddizione tra loro e trovarne la sintesi è perfettamente riuscito. Da una parte, si diceva, una precisa e approfondita ricerca sonora per trovare il vestito giusto per ogni pezzo con un evidente maniacale lavoro di studio, poi trasposto nei live grazie alle sequenze, dall’altra la passione per il ruvido suono rock’n roll. Da un lato un lavoro di songwriting incredibilmente maturo per una ragazza di appena 21 anni, dall’altro straordinarie doti di cantante pura (d’altra parte non si vince X Factor a 16 anni se non si sa cantare) nell’interpretare i pezzi scritti per lei da autori importanti, Elisa su tutti, e nel rileggere con personalità e originalità cover mai banali, a dimostrazione di una cultura musicale ben sopra la media non solo di una giovane ragazza della sua età, ma anche di musicisti ben più scafati di lei.

Oltre alla già citata Whole Lotta Love si contano una versione sorprendente di Sweet Dreams degli Eurythmics (introdotta da alcuni aneddoti sul 1983, compreso il fatto che quell’anno quattro quinti della band non era ancora nato), la battistiana Il mio canto libero, già presentata allo scorso Sanremo e per la quale si avvale dell’ausilio degli amati timpani, a loro volta protagonisti assoluti della bellissima e arrabbiata Be My Husband di Nina Simone (appunto solo voce e timpani), un omaggio non solo alla meravigliosa artista statunitense ma anche a Damien Rice, altro importante riferimento musicale di Francesca, che ne ha realizzato una splendida cover nel 2007 con l’ormai ex fidanzata Lisa Hannigan. E ancora una spassosissima versione di Ho Hey dei Lumineers che Francesca racconta di aver particolarmente odiato ai tempi della sua uscita e di essersi per questo divertita a rileggere in chiave reggae con quelli che scherzosamente definisce i “lele-strumenti”: un ukulele per Eugenio, un basso-lele per Luca e una guita-lele per lei. Il risultato è stupefacente.

A completare il ritratto di un’artista completa, la versatilità di chi scrive e canta passando dall’italiano all’inglese in un… battito di ciglia, tant’è che già il secondo pezzo della scaletta è la fortunata Amazing, pezzo scritto da Francesca per la colonna sonora di The Amazing Spiderman – 2, mentre più avanti nel concerto ci sarà spazio anche per un’altra chicca composta in inglese: la meravigliosa Sons And Daughters firmata dalla cantautrice danese Viktoria Hansen. Peccato che in scaletta non ci fosse invece l’altrettanto bella Honey Sun, scritta da Francesca per il suo primo album Riflessi di me. La setlist, infatti, si concentra quasi esclusivamente sull’ultimo album di20, incentrato appunto sui vent’anni appena compiuti da Francesca, uscito esattamente un anno fa (23 ottobre 2015) e poi ripubblicato lo scorso febbraio in una nuova edizione ribattezzata di20are dopo lo straordinario successo al Festival di Sanremo di quest’anno. Già, perché Francesca, al netto degli EP e delle collaborazioni, ha all’attivo “solo” due album, ma entrambi infarciti di hit a dimostrazione della maturità e della capacità di sapersi gestire di questa ragazza, che dopo la sovraesposizione mediatica di X Factor ha saputo scegliere alla perfezione brani e momenti, partecipazioni e assenze, perseguendo un proprio percorso artistico ben definito.

Francesca si presenta sul palco puntuale poco dopo le 21.30 in top bianco, pantaloni rosa pastello e occhiali scuri di scena e, come detto, dà l’avvio alla scaletta con l’ipnotica Battito di ciglia subito seguita da Amazing. L’amore esiste è il primo singolo tratto da di20, che anzi lo anticipò di ben sei mesi, e rivela l’anima più romantica e melodica di Francesca ma con un’eleganza che non scade mai nel pop banale; È con te, uno dei brani presenti nel repackaging, si salda alla stessa atmosfera e regala un saggio delle capacità interpretative di Francesca, così come Tutto questo vento in cui si evidenzia il bell’impasto sonoro tra chitarra e pianoforte.

Francesca si siede al piano e apre la praticamente unica parentesi dedicata al suo primo lavoro Riflessi di me, proponendo due brani scritti per lei da Elisa e Roberto Casalino: prima Distratto, il brano allora inedito che le regalò la vittoria a X Factor e poi il primo singolo post talent Sola, due pezzi di grande intensità che mettono ancora una volta in luce le grandi doti vocali e interpretative della Michielin. diVento è uno dei pezzi che personalmente più amo dell’ultimo album (non a caso è uno di quelli scritti quasi interamente da lei) e più rappresentativi dell’anima più indie e psichedelica di Francesca, con quella cassa dritta con cui non può non partire un coinvolgente battimani ritmato. Un’anima che tornerà poco dopo con un altro fortunato singolo quale la splendida Lontano, dal suono decisamente internazionale e con un hook accattivante senza essere ruffiano che non manca di coinvolgere il pubblico in un coro di ah ah ah ah ah ah eh, confermando la predilezione di Francesca per le tematiche romantiche: Un cuore in due, penultimo singolo, offre uno sguardo originale sull’amore e sull’equilibrio nei rapporti di coppia, mentre musicalmente strizza l’occhio a un pop raffinato, impreziosito da suoni più immediati nella sua versione dal vivo. Almeno tu è invece l’ultimissimo singolo, facente parte anche della colonna sonora del film Piuma a confermare il feeling della Michielin con il mondo del cinema, che dimostra come Francesca abbia ben imparato la lezione di Elisa come autrice, nel brano che forse più di tutti la avvicina alla cantautrice friulana.

25 febbraio è una splendida ballata per voce e pianoforte, uno dei momenti più intimi e personali del concerto, non a caso intitolata con il giorno di nascita di Francesca, e regala emozioni forti. In chiusura di scaletta ufficiale non potevano mancare due grandi successi come Tutto è magnifico, nella versione originale firmata Roberto Casalino e Dario Faini, antecedente l’intervento di Fedez, anch’essa inserita nella riedizione di20are. E qui Francesca si diverte a far cantare il pubblico che quel ritornello lo conosce piuttosto bene, inutile dire che questa versione è decisamente più bella di quella che noi conosciamo comunemente come Magnifico. Ritornello ben noto anche quello di Nessun grado di separazione, la superhit sanremese che è valsa a Francesca il secondo posto al Festival e la popolarità presso una fetta di pubblico per il quale era ancora una sconosciuta, e che chiude il set.

Il primo bis, che vede ancora una volta Francesca da sola al pianoforte, è il terzo e ultimo estratto da Riflessi di me, quella Se cadrai che fu all’epoca anche il terzo singolo tratto dall’album e che offre ancora una volta una Michielin intima e confidenziale. E a concludere magnificamente il gioco della tesi – antitesi ecco presentarsi di nuovo la band al completo per una travolgente Whole lotta love, vero cavallo di battaglia di Francesca, con cui si presentò alle audizioni di X Factor e che già incise per il suo primo EP post-talent. Da rimarcare l’omaggio della band che indossa una T-shirt con scritto Grazie Stadio, non va infatti dimenticato che la rinuncia della band bolognese, vincitrice di Sanremo, ha permesso a Francesca di partecipare all’Eurovision Song Contest a Stoccolma. Una conclusione scoppiettante del concerto di quella che è già molto più che una promessa ma un a bella realtà del panorama musicale italiano, con l’augurio che in futuro riesca a liberare ancora di più il suo enorme talento per regalarci pezzi sempre più belli e originali.

SETLIST
Battito di ciglia
Amazing
L’amore esiste
È con te
Tutto questo vento
Sola
Distratto
diVento
Il mio canto libero
Un cuore in due
Sweet Dreams
Sons And Daughters
Almeno tu
Be My Husband
25 febbraio
Lontano
Tutto è magnifico
Ho Hey
Nessun grado di separazione

Se cadrai
Whole Lotta Love